Chi non lo conosce, saldi, un’occasione speciale, pubblicità sui social di continuo. Non riusciamo a resistere e dopo un po’ ci troviamo con l’armadio pieno e niente da metterci. Quante volte vi è successo che in negozio vi è piaciuto tantissimo un abito o un pantalone particolare e poi l’avete messo una volta(se va bene)? Per me l’ultimo anno è stato un campanello d’allarme. Avevo più tempo a disposizione e ho iniziato a sistemare un po’ la casa, incluso cassetti e armadi che stavano per scoppiare.
A parte il caos che non ci fa sentire molto bene, dobbiamo anche valutare l’impatto sull’ambiente e le persone coinvolte nella produzione dei nostri vestiti. Un aspetto da considerare sono sicuramente i materiali e i prodotti chimici che vanno usati nella produzione di abbigliamento economico. I sintetici e le sostanze chimiche inquinano parecchio, insieme all’uso di molta acqua. In più molti brand hanno una sovrapproduzione di capi, perciò sanno sin dall’inizio che producono abbigliamento che nessuno comprerà, per vari motivi, sapevate che vanno bruciate tonnellate di vestiti nuovi per fare spazio alle nuove collezioni? Se volete approfondire vi consiglio questo articolo su Lifegate.it. L’ultimo aspetto che vorrei menzionare è quello delle persone coinvolte, spesso bambini, donne, minorità che lavorano in condizioni gravi, con salari da fame.
Se vogliamo vivere più consapevoli del mondo in cui viviamo, dobbiamo anche aprire gli occhi a quello che c’è dietro le quinte della fast fashion. Per questo motivo ho deciso di fare delle scelte più consapevoli in futuro. Vorrei condividere con voi alcune idee da mettere in pratica quest’anno per vestirci più green, senza rinunciare alla moda.
Qualità è meglio di quantità
Conoscete Marie Kondo, che su Netflix aiuta le persone a vivere più felicemente con meno cose? La strategia della organizzatrice professionale è di prendere in mano ogni pezzo e chiedersi se trasmette gioia, se no: via! Possiamo iniziare con una bella pulizia dell’armadio. Se non avete messo il capo da un anno o se non vi rende più felice, lo mettiamo da parte (non lo buttiamo, parleremo dopo delle idee di dare una nuova vita ai vestiti che non vogliamo più). Per i nuovi acquisti dobbiamo poi pensarci bene. Il modo migliore per evitare sprechi è di indossare quello che compriamo più spesso. Invece di puntare sul prezzo migliore, cercheremo buona qualità e vestiti che ci accompagneranno per molto tempo.
L’usato e second-hand
Tanti brand pubblicizzano le loro iniziative di riciclo, ma dobbiamo fare molta attenzione. Non sempre i capi usati vanno veramente usati per realizzare nuovi pezzi di abbigliamento e anche se lo fanno per davvero, ci vogliono spesso diversi processi chimici per creare nuovi vestiti. Meglio dare una nuova vita a un capo già esistente. In tante città ci sono i negozi dove vendono abbigliamento di seconda mano ed esistono diversi app sui quali si può vendere e comprare abbigliamento usato. Io per esempio mi sto innamorando di Vinted, che lo rendono la vendita e l’acquisto veramente semplicissimo. In questo modo potete sostituire quello che non vi piace più con qualcosa che vi ispira di più, senza creare rifiuto. In più è un ottimo modo per trovare dei pezzi particolari e risparmiare denaro!
Scambio armadio invece di cambio armadio
Simile è il concetto dello scambio. Invece di buttare i vestiti e comprare vestiti nuovi, scambiategli con gli amici. Non avete amici che hanno la stessa taglia (o non vi piace il loro stile, non lo diciamo a nessuno ;-))? Esistono anche delle piattaforme per questo, per esempio armardioverde.it o anche dei gruppi su Facebook. L’unico costo è la spedizione, per il resto avrete sempre vestiti “nuovi”, evitando i negozi.
Aquistare più consapevolmente
Abbiamo parlato tanto di usato, ma a volte vogliamo semplicemente qualcosa nuovo di zecca, proprio nostro. Ci sta, ma con un po’ più di attenzione. Magari invece di correre dai soliti brand fatte una ricerca se ci sono dei marchi che vi piacciono che producono i vestiti in modo migliore. Vi faccio un esempio, qualche hanno fa ho scoperto un brand australiano/indonesiano che creano ogni pezzo della collezione a mano, si prendono cura dei loro impiegati e evitano sostanze chimiche. Mi piace moltissimo il loro stile e faccio un ordine più grande ogni tanto per evitare il trasporto. La cosa sorprendente è che non costa una follia, perciò vale la pena guardare se non ci sono alternative alle grandi catene.
Bonus per i nuovi vegani: Cosa fare con prodotti in pelle ecc. nel mio armadio?
Se avete deciso da poco di vivere cruelty-free, la prima cosa che avrete cambiato è probabilmente l’alimentazione, ma anche nel nostro armadio spesso si nascondo dei prodotti di origine animale, dai tempi quando non abbiamo fatto attenzione. La domanda è spessa, cosa ci faccio adesso? Quasi nessun vegetariano/vegano si sente di indossare capi in pelle o pelliccia dopo aver preso la decisione di vivere vegan, anche se sono cose che magari sono stati acquistati tanti anni fa. La mia personale opinione è che buttare via queste cose crea più danno che lasciarli in circolazione, forse non è carino dirlo ma ormai il danno è fatto. Dall’altro lato non mi sentirei di venderli e così promuovere questi prodotti. Per questo penso che la soluzione migliore è di regalarli a chi ha bisogno, ci sono tante associazioni che li prendono volentieri per distribuirli a chi ha bisogno.
Leggendo l’articolo e mettendo in pratica ciò che esso contiene, penso che potremmo davvero fare a meno di fare shoppping! Grazie! Alla prossima!